Medie strutture di vendita a Calolzio, i dubbi di Confcommercio

Sono diverse le critiche avanzate da Confcommercio Lecco in relazione ai criteri e alle norme sul procedimento per il rilascio di autorizzazioni per le medie strutture di vendita da parte del Comune di Calolzio.

Siamo fortemente preoccupati rispetto ai contenuti e alle prospettive che emergono da questo documento che l’Amministrazione Comunale di Calolzio ci ha sottoposto. A distanza di alcuni anni, tra l’altro, ci ritroviamo a dover analizzare un documento tecnico che, a prima vista, sembra avere più la necessità di “preparare” il terreno a nuove aperture di medie strutture, piuttosto che fotografare la situazione e valutare il reale e necessario adeguamento urbanistico del settore. Adeguamento che per noi dovrebbe essere di natura restrittiva – spiega il presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ciresa – Come per il precedente documento, che risale al dicembre 2010,  manca in assoluto la redazione di Piano del commercio che fotografi puntualmente e renda visibile un quadro conoscitivo completo della componente commerciale comunale. L’Amministrazione comunale non ha ritenuto opportuno realizzarlo e questo è un fatto grave che condiziona pesantemente la nostra valutazione”. Poi continua:  “Da anni, a livello provinciale, ci giungono dati che confermano un sistema con gravissime difficoltà, senza particolari effervescenze o situazioni positive che possano modificare il rapporto tra domanda e offerta sul territorio. E il documento del Comune di Calolzio, mancando di un reale studio, di fatto formula solo ipotesi teoriche e alquanto fantasiose”.

Anche il presidente della Zona Valle San Martino di Confcommercio Lecco, Cristina Valsecchi, rincara la dose: “Il documento in alcuni casi sfiora il ridicolo e, di fatto, apre una a vera e propria liberalizzazione selvaggia e indiscriminata che rischia di fare molto male a un tessuto commerciale che già fa fatica, come dimostra anche la recente chiusura di quattro realtà commerciali in centro città. Per non parlare della scelta di dare spazio alle  monetizzazioni di aree a parcheggio o delle possibili deroghe alla pianificazione comunale per future aree commerciali. Leggere poi che le “relazioni socio-economiche delle ricadute sul sistema commerciale locale” e gli “accertamenti del livello di attrazione dei nuovi punti vendita” saranno, di fatto, affidati unicamente alle singole società che faranno domanda per l’insediamento delle medie strutture, anche se previsto dalla legge, sa tanto di presa in giro!”.

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