Patto di demansionamento e riorganizzazione aziendale

La materia del demansionamento è stata riformata al cosiddetto Jobs Act e dai relativi decreti di attuazione tra cui il decreto legislativo del 20 febbraio 2015; ciò impone pertanto una distinzione tra la vecchia normativa e le nuove ipotesi di demansionamento che si applicano a tutti i lavoratori anche se assunti prima del 7 marzo 2015 e presentano profili d’interesse per la conservazione del posto di lavoro ed altre ipotesi di Legge.

Partiamo dall’analisi del patto di demansionamento come via alla conservazione del posto di lavoro e quindi stipulato sulla base di un accordo tra le parti.

Nell’ambito del demansionamento per accordo tra le parti il lavoratore può farsi assistere da consulenti del lavoro per la certificazione del passaggio ad un inquadramento inferiore. Le Commissioni di Certificazione sono istituite presso le Direzioni Provinciali del lavoro e la certificazione inerente il demansionamento, cui le Commissioni sono preposte, e’ condizione necessaria per controllare la correttezza di forma e contenuto degli accordi relativi ad un rapporto di lavoro. Davanti alle Commissioni di Certificazione possono quindi essere stipulati accordi individuali inerenti: modifica delle mansioni, categoria legale, livello di inquadramento del lavoratore, retribuzione del lavoratore, conservazione del lavoratore all’occupazione, acquisizione di differente professionalita’, miglioramento delle condizioni di vita.

Cosa deve rispettare il Patto : l’accordo deve mirare all’interesse preminente del lavoratore nel quadro delle circostanze che abbiamo elencato sopra.

Una possibilità prevista dalla nuova normativa e’ il demansionamento richiesto dal lavoratore per esigenze di conciliazione lavoro-famiglia… “ chi volesse assicurare una maggior presenza in famiglia e chiedesse un modifica delle mansioni dalla quale deriva un inquadramento peggiorativo rispetto a quello dell’assunzione, potrebbe certamente sottoscrivere un patto di demansionamento”.

Il patto tra datore di lavoro e lavoratore deve essere certificato dinanzi alle Commissioni di certificazione di cui sopra, altrimenti potrebbe essere nullo. Il patto prevede la rideterminazione di inquadramento e di retribuzione del lavoratore con i seguenti limiti:

  • le nuove mansioni possono essere peggiorative solo fino al primo livello di inquadramento inferiore;
  • livello: anche se le mansioni corrispondono ad un inquadramento inferiore, formalmente il lavoratore conserva l’inquadramento al livello precedente;
  • retribuzione: il demansionamento non tocca la retribuzione ma il lavoratore perde gli eventuali emolumenti retributivi collegati a particolari modalita’ di svolgimento della precedente prestazione lavorativa.

 

Demansionamento in caso di riorganizzazione aziendale

In caso di riorganizzazione aziendale la nuova normativa attribuisce al datore di lavoro il potere di modificare unilateralmente, cioe’ senza il consenso del lavoratore, l’oggetto del contratto di lavoro. Dal Jobs act in poi non si dovrà piu’ operare una comparazione tra le mansioni del lavoratore in termini di equivalenza con la conseguenza che se il mutamento delle mansioni rimane allo stesso livello non ci sara’ alcun limite per il datore di lavoro di cambiare le mansioni.

Invece nel caso in cui il mutamento di mansioni determini un inquadramento inferiore del lavoratore il datore di lavoro dovrà produrre una motivazione oggettiva cioè attestare una modifica degli assetti organizzativi aziendali che incide sulla posizione del lavoratore.

La modifica potrà intervenire soltanto all’interno della stessa categoria (dirigente, quadro, impiegato, operaio) ed il mutamento delle mansioni dovrà essere comunicato per iscritto, a pena di nullità, con menzione dei diritti del lavoratore alla conservazione del livello di inquadramento e al trattamento retributivo in godimento, fatta eccezione per gli elementi retributivi collegati allo particolari modalità nello svolgimento della precedente prestazione lavora

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