Mobilità ordinaria, abrogata a partire dal 1° gennaio 2017

Mobilità ordinaria, abrogata a partire dal 1° gennaio 2017

Dall’1 gennaio 2017 l’indennità di mobilità ordinaria è abrogata. Da quella data in poi, l’ammortizzatore sociale viene sostituito dalla Naspi.

In particolare, il cambiamento interessa i lavoratori occupati presso un datore di lavoro che occupa più di 15 dipendenti e poi licenziati.

Ciò introduce cambiamenti per i datori di lavoro, che potranno gestire gli esuberi con minori costi sia economici che amministrativi, infatti con la CIGS l’azienda per ciascun lavoratore messo in mobilità deve versare all’INPS, in caso di accordo sindacale, una somma pari a 3 volte il trattamento mensile iniziale netto di mobilità spettante al lavoratore.

Cambiamenti anche per i lavoratori, che avranno come unico canale di tutela la NASpI. Oltretutto, la loro ricollocazione sul mercato del lavoro non sarà più sorretta dagli incentivi attualmente esistenti.

Pertanto tutti i lavoratori licenziati dalle grandi azienda dal 31 dicembre 2016 non potranno più essere collocati in mobilità ordinaria. Per chi è già in mobilità ordinaria non cambia nulla e continuerà a poter fruire dell’indennità secondo le regole attuali anche dopo il 2016.

Prima dell’intervento della Legge Fornero, la mobilità poteva garantire indennità fino a 48 mesi con erogazioni pari all’80% dell’importo della retribuzione (per i primi 12 mesi, invece, è pari al 100% del trattamento straordinario di integrazione salariale). I massimali mensili stabiliti annualmente si aggirano sui 960 euro lordi per retribuzioni fino a 2000 euro e di 1150 per retribuzioni superiori i 2000 euro.

A partire dal 1 gennaio 2017, invece, il sostegno sarà personalizzato e la sua durata sarà pari alla metà delle settimane di contribuzione versate nei 4 anni precedenti l’evento di licenziamento (quindi al massimo il sostegno potrà raggiungere i 24 mesi). L’indennità non sarà più ancorata all’età del lavoratore che per averne diritto, dovrà vantare almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti. L’importo massimo retribuito con la Naspi è di 1300 euro per i primi 3 mesi, dopodiché si ridurrà del 3% dal quarto mese in poi.

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