Realismo e saggezza al centro della assemblea 2019 di Confcommercio

Realismo e saggezza per l’Europa e per il nostro Paese. Nella certezza che l’Italia deve assolutamente crescere puntando su due ali – innovazione e infrastrutture – e su un motore, ovvero la riforma fiscale. E nella consapevolezza che Confcommercio non è disposta a cedere sul paventato aumento dell’Iva.

È questo il messaggio centrale contenuto nella relazione del presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, in occasione della tradizionale assemblea nazionale svoltasi a Roma ieri, giovedì 6 giugno.
Anche Confcommercio Lecco ha preso parte a questo momento centrale per il sistema associativo. La delegazione, guidata dal presidente Antonio Peccati, era formata anche dal presidente del Fondo di Garanzia e componente del Consiglio nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, Peppino Ciresa, dal direttore Alberto Riva, dai vicepresidenti Severino Beri e Claudio Somaruga, dalla componente di Giunta Cristina Valsecchi, dai consiglieri Simona Bonaiti, Giuseppina Gallarati, Ferruccio Adamoli, Lucio Corti, Nicolò Gerin, Eugenio Milani, Luca Spreafico, Roberto Tentori. Presente ai lavori anche il lecchese Bruno Gaddi presidente del Gruppo Agenzie di Viaggio di Confcommercio Lecco e membro di 50&Più nazionale.
L’assemblea – aperta dall’inno di Mameli, dal saluto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e da un video sulla storia di Comfcommercio iniziata nel 1945 – ha vissuto il suo momento centrale proprio nella relazione del presidente Sangalli: “Dopo il voto dello scorso 26 maggio, c’è una richiesta di una Europa diversa. E, in questa Europa, c’è anche una richiesta di un’Italia diversa. Un’Italia protagonista con tre priorità: togliere dal computo del deficit gli investimenti cofinanziati in materia di infrastrutture, di innovazione e di capitale umano; completare l’Unione bancaria con uno schema comune di garanzia dei depositi; rilanciare l’iniziativa europea per il varo di un’efficace web tax. L’Europa che vogliamo è quella del realismo, ma anche della saggezza“. Realismo e saggezza fondamentali secondo Sangalli anche per l’Italia anche alla luce delle poco confortanti prospettive cristallizzate nell’ultimo Def: “Lo stesso governo ammette che gli effetti dei decreti “crescita” e “sblocca cantieri” non dovrebbero andare oltre qualche decimo di punto di PIL nel triennio 2019-2021”. Se la crescita è un obiettivo, allora, ha tuonato il presidente, “si può e si deve fare di più: vanno vinte le sfide strutturali per imboccare un nuovo sentiero di sviluppo, compresa una maggiore produttività nei servizi”. Sapendo che “sono le nostre imprese, le imprese del commercio, del turismo, dei servizi, della logistica e delle professioni, che negli ultimi venti anni hanno difeso l’occupazione di questo Paese”. Occorre quindi puntare sulla domanda interna e su una crescita a cui servono due ali e un motore: “Le due ali sono innovazione e infrastrutture, e il motore la riforma fiscale”. Quindi due cenni molto apprezzati dalla platea sui nuovi registratori di cassa (“Abbiamo chiesto sei mesi per organizzarci e affrontare l’investimento. E’ davvero così complicato venire incontro a questa richiesta? Magari considerando che abbiamo appena affrontato il non banale impegno della fatturazione elettronica”) e sugli Indici Sintetici di Affidabilità che hanno sostituito i vecchi studi di settore e che riguardano oltre 3 milioni e mezzo di contribuenti (“E possibile che non siano ancora disponibili tutti gli strumenti per operare quando le scadenze sono alle porte?”).

Centrale poi è stata, come da “pronostico”, la questione Iva: “Prima di parlare di qualsiasi riforma fiscale, per noi, occorre eliminare definitivamente gli aumenti delle aliquote Iva previsti nel prossimo biennio, che valgono 51 miliardi di euro di maggiori imposte. Questa antica, ripetuta e radicale opposizione agli incrementi di imposte indirette – e più in generale a qualsiasi incremento di carico fiscale – è ormai una nostra caratteristica. E’ una battaglia della Confcommercio a beneficio di tutti i cittadini. Apprezziamo certo le rassicurazioni sul disinnesco delle clausole, ma siamo preoccupati perché mi pare si cominci a respirare un clima politico e culturale di rassegnazione. Come se l’aumento dell’Iva appartenesse al nostro destino e non fosse una scelta nelle nostre mani. Non possiamo accettare che si proceda per stanchezza, per mancanza di coraggio, per una sorta di inceppamento intellettuale che si arrende alla sfiducia, all’incapacità di progettare strategie alternative”. Aumentare le tasse vorrebbe dire passare dalla stagnazione alla crisi conclamata, quindi alla riduzione del Pil e dei consumi e al peggioramento del quadro di finanza pubblica: “Usciamo da questa trappola, mentale prima che contabile. Per questo, sull’Iva non abbassiamo la guardia, né oggi, né domani, né mai!”.

Molto apprezzati anche il passaggio sul tema della rappresentanza (“Solo così è possibile contrastare “dumping contrattuale” e “contratti- pirata”, anche attraverso una più incisiva vigilanza degli organi ispettivi. E attenzione a volere istituire il salario minimo per legge”) e quello sul turismo (“Migliaia di imprese turistiche vengono stritolate da una concorrenza che opera totalmente senza regole. E’ un danno irreparabile per tutto il sistema”).
Al termine della standing ovation per il presidente Sangalli, ha preso la parola il vicepremier Luigi Di Maio che ha subito ribadito il no all’aumento Iva e ha evidenziato che a fronte della lettera inviata al Governo dalla UE verrà avviata una trattativa sapendo che “è paradossale chiedere più investimenti e meno spese”.

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