La nuova legge sulle borse di plastica: shopper a pagamento

Nota di Confcommercio sui chiarimenti forniti dal Ministero dell'Ambiente

L’anno nuovo si apre con una importante novità: dal 1 gennaio 2018 sono messi al bando i sacchetti di plastica leggeri e ultraleggeri utilizzati per imbustare frutta e verdura, carne, pesce, affettati; al loro posto shopper biodegradabili e compostabili che saranno a pagamento.

Tre le tipologie previste con le relative indicazioni: le borse per alimenti sfusi utilizzate come imballaggio primario per alimenti sfusi o fornite a fini igienici (reparti ortofrutta, panetteria, macelleria, pescheria…) che devono essere biodegradabili, compostabili e con contenuto minimo di materia prima rinnovabile; le borse per il trasporto (utilizzate per esempio alla cassa) biodegradabili e compostabili; le borse riutilizzabili per il trasporto merci di plastica tradizionale.

In tutti i casi la regola è chiara:  le buste non possono essere cedute gratuitamente e il prezzo di vendita per
singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto.

Importanti in materia anche i chiarimenti forniti dal Ministero dell’Ambiente sulle buste commercializzabili, sull’obbligo di fare pagare tutte le borse di plastica ammesse al commercio, sull’utilizzo di borse portate dall’esterno per asporto di prodotti sfusi.

La norma

Il 13 agosto 2017 è entrata in vigore la legge 123/2017, di conversione del D.L. 91/2017, che all’art. 9 bis
contiene la nuova normativa sulle borse di plastica. Essa recepisce la direttiva UE 2015/720 ed abroga la precedente disciplina (art. 2 D.L. 2/2012). La nuova normativa, inserita nel d.lgs. n. 152/2006, si applica a tutte le borse di plastica, ossia realizzate
con polimeri, “con o senza manici”, e in particolare tanto a quelle “fornite ai consumatori per il trasporto di merci o prodotti” (ad esempio borse alla cassa), quanto a quelle “richieste a fini di igiene o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi” (reparti ortofrutta, gastronomia, macelleria, etc.).
Sanzioni da 2.500 a 25.000 euro, elevabili fino a 100.000 euro, per chi viola o elude la legge.

Scarica l’opuscolo riassuntivo di Confcommercio

Scarica la nota di confcommercio sui chiarimenti del Ministero dell’Ambiente

 

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